Quasi un anno senza Sandro.
Sandro Banchellini, il nostro Volontario e Amico, vittima, nel Settembre scorso, di un incidente stradale mentre, in servizio, si stava unendo alle ricerche di una nonna e un nipote scomparsi durante l’alluvione che colpì la zona di Montecatini Val di Cecina.

Oggi, 12 luglio, presso il CO&B di Marina di Pisa, si è tenuta una cerimonia durante la quale, alla presenza delle Autorità Locali e della Croce Rossa Italiana, la famiglia di Sandro ha ricevuto la Medaglia d’oro al merito della Croce Rossa Italiana (alla memoria) direttamente dalle mani del Presidente della Croce Rossa Italiana, avv. Rosario Valastro.
Con l’occasione, il Presidente ha voluto incontrare i volontari per parlare di futuro, ispirandosi proprio a ciò che Sandro ha saputo trasmettere ogni giorno, con la sua opera di volontariato.

Ed anche in questa giornata, lo vogliamo ricordare per l’uomo altruista e generoso che era, attraverso le parole e i ricordi di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di lavorare a stretto contatto con lui.

Amava gli animali, in particolare i suoi gatti, Rocco e Viola.
Fan accanito di Ligabue.
Sempre pronto a fare scherzi ma, al tempo stesso, di una timidezza disarmante.
Goloso di Nutella.
Diventato zio, mostrava con orgoglio foto e video del nipotino agli amici, felice e fiero di ogni piccolo progresso, ogni nuovo passo che il piccolo Gioele compiva.
Impegnato in diverse forme di volontariato, appassionato di antincendio, radiocomunicazioni e soccorsi speciali.
Insomma, Sandro non si tirava mai indietro davanti a un servizio che gli veniva affidato.

Sandro ci ha insegnato che nel cuore c’è posto per tutti, perché nel suo immenso cuore c’era spazio per tutti. Sempre.
A Natale si divertiva a vestirsi da folletto per strappare un sorriso ai bambini: gli si illuminavano gli occhi nel farlo.
Durante le emergenze, anche quando non indossava la divisa della Croce Rossa, era sempre presente con un pensiero e un sostegno per i suoi compagni impegnati in prima linea, e viceversa verso i suoi compagni del GVA.
Perché Sandro era così.
Entrava in punta di piedi nella vita delle persone, per non disturbare, ma sempre attento al minimo cambiamento d’umore di chi gli stava accanto, di chi lavorava spalla a spalla con lui.
Se ti vedeva con il volto scuro, a lavoro o durante un servizio, aspettava che tu tornassi a casa per chiamarti, chiedendoti se stessi bene e se avessi voglia di parlare.
E se non volevi, lui restava lì, in silenzio ma presente, pronto a porgere la sua mano in qualsiasi momento.
Sandro voleva vedere felici le persone che amava e si prodigava sempre affinché raggiungessero quella serenità.
La sua era un’amicizia fatta di entusiasmo generoso, di grande e disinteressata disponibilità, di appassionata condivisione, di serietà, di un affetto immenso e schietto, senza fronzoli.
Quel giorno era partito per fare ciò che amava di più: aiutare il prossimo.
Ed è straziante pensare che proprio ciò che ami, ciò in cui credi profondamente, possa portarti via per sempre dai tuoi affetti, dalla tua famiglia, dai tuoi amici, da tutto.

Ma se il destino ha deciso che Sandro dovesse fermarsi, resta a noi oggi il compito di continuare il cammino che ci ha insegnato, nella direzione del suo sguardo: verso il futuro, il bene, l’amore e il volontariato.

EXTRA

Categorie: Notizie

Copy link